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Dipendenze

L’ipnosi è un particolare trattamento terapeutico conosciuto fin dall’antichità, carico di aspetti mistici e misteriosi che si sono protratti per lunghissimo tempo. Agli inizi degli ’80, grazie al lavoro di Milton H. Erickson, psichiatra americano, l’ipnosi comincia a perdere la connotazione mistica e soprannaturale per collocarsi come fattore legato a processi psicologici e neurofisiologici.

 

Con Erickson nasce una nuova concezione dell’ipnosi, che viene considerato come uno stato naturale dell’individuo, con il riconoscimento dell’esistenza di una “trance comune quotidiana” in cui si sviluppano degli stati alterati di coscienza, all’incirca ogni 90 minuti, all’interno delle normali attività quotidiane che hanno la funzione di recuperare le energie, rielaborare gli apprendimenti e di rilassarsi spontaneamente.

 

Lo stato di trance indotto dal terapeuta non è altro che l’amplificazione di questo stato naturale esistente, ma ad un livello più profondo. Partendo da questo assunto, anche l’induzione ipnotica è considerata “naturalistica” ovvero un’induzione che abbandona procedure formalizzate e nella quale viene riconsiderata la figura dell’ipnotista che, da soggetto carismatico e dai poteri speciali assume il ruolo di co-attore e partecipante attivo nella trance.

 

L’interazione tra ipnotista e soggetto e il rapporto terapeutico assumono, quindi, una rilevanza centrale in tutte le fasi del processo.  La relazione tra ipnotista e soggetto è di carattere esclusivo e viene definito rapport ovvero: “lo stato in cui la concentrazione e la consapevolezza del soggetto sono dirette unicamente sull'ipnotista e su quanto l'ipnotista desidera inserire nella situazione di trance, con l'effetto di dissociare il soggetto stesso da ogni altra cosa".  

 

Durante lo stato ipnotico l’attività dell’emisfero destro, deputato alla creatività, al linguaggio simbolico e alle immagini fantastiche tipiche dei sogni, diventa predominante rispetto alla veglia dando l’opportunità di rileggere i problemi portati in terapia attraverso nuove modalità di percezione grazie all’interruzione di schemi logici e razionali tipici dell’emisfero sinistro.

 

L’ipnosi naturalistica parte dalle risorse personali del paziente, dalle sue esperienze di vita, dai suoi ricordi e dalle sue idee, lasciandogli ampia libertà di elaborare e modificare spontaneamente gli schemi percettivi, accedere al problema e alle sue possibili soluzioni attraverso un cambiamento di prospettiva.

 

In questo modo il cambiamento e la guarigione diventano naturali e vengono superati i metodi precedenti di suggestione basati sulla comunicazione direttiva e sulla figura autoritaria dell’ipnotista.  Essendo la trance un fenomeno comune a tutti, non esistono particolari abilità o caratteristiche nel soggetto per ottenere un fenomeno ipnotico ed uno stato elevato di focalizzazione interna; tuttavia, essendo l’ipnosi, ancora oggi avvolto da luoghi comuni trasmessi dai media in generale, alcune persone potrebbero avere delle difficoltà ad entrare in uno stato di ipnosi profonda per paura di perdere il controllo, di essere manipolati o di non ricordare quello che è avvenuto.

 

È necessario sfatare questo mito perché nonostante l’ipnotista proponga delle suggestioni per facilitare l’accesso alle risorse inconsce, il soggetto mantiene la totale libertà e autonomia rispetto alla trance ed è sempre consapevole di quello che sta accadendo. 

 

Il trattamento ipnotico in contesto clinico può essere utilizzato da solo o insieme alla psicoterapia già in atto, per la cura di un vasto numero di problematiche o per il miglioramento del benessere personale tra i quali: disturbi d’ansia, affezioni psicosomatiche, correzione di comportamenti legati alle dipendenze (abuso di sostanze, tabagismo, alcolismo), controllo della rabbia, produzione di analgesie immediate e a lungo termine nel controllo del dolore, disturbi sessuali, gravidanza e preparazione al parto, miglioramento delle prestazioni sportive, insonnia e disturbi alimentari.

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